Introduzione:
- Nome e cognome: Piero Cordano
- Soprannome (se ne hai uno): Adso da Melk/Sorriso Durban (per gli ampi sorrisi e l’innata fotogenicità che istintivamente risalta in occasione delle foto ciclistiche di gruppo)
- Età: q.b., come il sale fino nella “Pasta e Fagioli”
- Da quanto tempo fai parte della squadra: 2 anni
- Città di provenienza: Rapallo
- Professione o attività principale: Studioso della gestione del proprio tempo libero con l’aspirazione di diventarne interamente padrone dopo una vita di lavoro, con particolare attenzione nella ricerca del modo migliore in cui impiegare ogni singolo minuto della giornata senza mai sentirsi obbligato a far nulla. Praticamente una stupenda utopia.
- Da quanto tempo pratichi ciclismo in generale? 15 – 20 anni, chissà …
- Come hai scoperto la nostra squadra? Per anni ho incontrato per strada due simpatici ciclisti con la divisa della Geo Davidson: uno che faceva finta di arrancare in salita millantando la scusa di pesare 90 kg e un altro che fischiettava e parlava di continuo.
- Che tipo di ciclista ti definiresti? (Stradista, grimpeur, velocista, ecc.) Dopolavorista diesel, a scartamento ridotto.
- Possiedi altre bici oltre alla tua da corsa? Quali? No, solo una. E a volte è anche troppo
- Il tuo attuale setup di bici (marca, modello, componenti principali): Pinarello. 2 ruote, 50/34 e freni a tamburo. Roba del secolo scorso, come me.
Domande principali:
- Come è nata la tua passione per il ciclismo? Me lo chiedo ogni volta che sono ai piedi di una salita, ma non ho ancora trovato una risposta che possa avere un senso.
- Raccontaci un momento memorabile vissuto in sella.
- Qual è stata la tua sfida più grande come ciclista? Probabilmente il Col du Nivolet
- Hai un obiettivo personale per questa stagione? Quale? Pedalare quanto basta per riuscire a non fare troppa fatica.
- Cosa ti piace di più del far parte della nostra squadra? Hai consigli? Le serate in pizzeria e ammiro la passione che molti di noi mettono in questa disciplina/passatempo, pur condotta a livello amatoriale. Serate in cui è bellissimo sentire parlare di bici da favola, di giri per me impossibili e di strade a me sconosciute e quindi, alla fine, non capire quasi niente. Ma il piacere dell’ottima compagnia (e della birra) non può essere messo in discussione!
- Hai un percorso o una gara preferita? Perché? No, perché no!
- Chi o cosa ti ispira a migliorarti nel ciclismo? La speranza di fare meno fatica e di vedere – un giorno – danzare le zingare del deserto con candelabri in testa, o come le balinesi nei giorni di festa.
- Che consiglio daresti a chi si avvicina a questo sport? Pensaci, ma pensaci bene! E dopo che ci hai pensato bene … pensaci ancora!
Curiosità personali:
9. Cosa ascolti per caricarti prima di un’uscita o una gara? (Musica, podcast, ecc.) Mi piace prendermi tutto il tempo necessario per fare con grande calma una colazione molto abbondante e in sottofondo ascoltare “Acido Lattico” di Elio e le Storie Tese.
10. Qual è il tuo bar preferito dove prendere la colazione/panino durante i giri? Bar “Senza Freni” in fondo alla discesa di Culacollo in provincia di Bergamo, da “U Sucidu” a Cessone sul Rogna, RikkiuRakka Herring’s Bar, noto locale della Fontanabuona gestito da un simpatico Inuit di Qeqertarsuaq.
11. Se potessi pedalare ovunque nel mondo, dove andresti? A Giroingiro Creek, Contea di Wagga Wagga, Nuovo Galles del Sud.
Chiudiamo con un messaggio motivazionale:
- Qual è il tuo motto o frase che ti ispira nel ciclismo (o nella vita)?
Un vecchio proverbio medioevale della zona di Sankt Augustin-Niederpleis, ameno centro della Renania Settentrionale-Vestfalia, che recita: “Der flinke Fahrradfahrer fährt rasch auf den fast festgefahrenen Rädern an dem Radweg zu einem fernen Fahrdamm. Jedes Fahrrad fährt frei auf dem Radweg auf seinen zwei Rädern.