Introduzione:
- Nome e cognome: Paolo Gianello
- Soprannome (se ne hai uno): Uitko
- Età: 55
- Da quanto tempo fai parte della squadra: dal 2012
- Città di provenienza: Rapallo
- Professione o attività principale: Impiegato
- Da quanto tempo pratichi ciclismo in generale? dal 2011
- Come hai scoperto la nostra squadra? Il mio amico Germano ne faceva parte e mi ha tirato dentro perchè ci teneva che fossi assicurato
- Che tipo di ciclista ti definiresti? (Stradista, grimpeur, velocista, ecc.) ciclomangiatore discesista (una volta, il discesista)
- Possiedi altre bici oltre alla tua da corsa? No nessuna al momento
- Il tuo attuale setup di bici (marca, modello, componenti principali): Scott Addict RC10, Sram Force 46×33 (date le mie doti di scalatore) con pignone 10×33 (se non 36, date le mie doti di scalatore), ruote Syncros da 50 (date le mie doti di scalatore)
Domande principali:
- Come è nata la tua passione per il ciclismo?
Purtroppo ho iniziato tardi e solo per motivi di salute essendo diventato “leggermente” sovrappeso nel 2010 (113 kg) e penso di essermi perso tanto, ma ogni cosa ha il suo momento, avessi fatto a 30 anni forse avrei mollato subito. Non ho avuto per mia sfortuna modo di conoscere prima come gestire lo sforzo in bici e mi è sempre sembrata una cosa insormontabile affrontare le salite, non è cambiato nulla, continuo a morire ma almeno prima o dopo arrivo in cima adesso. - Raccontaci un momento memorabile vissuto in sella.
Tagliare il traguardo del mio primo lungo alla Maratona delle Dolomiti, quando iniziai me lo posi come obiettivo, era qualcosa di irrealizzabile e raggiungerlo fu davvero un sogno esaudito. Auguro a tutti di provare un’emozione del genere. - Qual è stata la tua sfida più grande come ciclista?
Come sopra, la Maratona, per un fisico come il mio ha rappresentato una bella sfida affrontare tutto quel dislivello in una botta sola.
Ma anche il cercare di capire come funzionino le varie parti della bicicletta, cercare di aggiustare qui e là, fare manutenzione al mezzo che vedo un po’ come a una estensione del mio corpo, se non sta bene lei anche io pedalo male. - Hai un obiettivo personale per questa stagione? Quale?
Al momento niente di specifico, ho deciso di non mettere più numeri sulla schiena (e son sicuro che tradirò questa mia idea prima o poi) e di partecipare come eventi solo a Randonné con partenza alla francese o qualcosa di non competitivo.
Dopo lo Stelvio dell’anno scorso chiuso al traffico, il Sellaronda Bike Day potrebbe essere una bella idea se riuscissi a prepararmi, vedremo. - Cosa ti piace di più del far parte della nostra squadra? Hai consigli?
Cosa mi piace di più ed al contempo di meno è avere la facoltà di fare tutto quello che ho sempre notato mancare nella ns. squadra quando ne entrai a far parte. La comunicazione.
Ero un ciclista allo sbando, mi sentivo solo. Avrei avuto davvero tanto bisogno di aiuto, consigli, pareri etc. un gruppo a cui appoggiarmi, che non esisteva, ero davvero inesperto ed impaurito dalle sfide.
Il mio vate Germano ha sempre avuto un’idea un po’ ottimistica delle mie capacità ed il tempo a sua disposizione è sempre stato poco, quindi sono stato sì lanciato in questa follia da lui ma alla fine sono diventato giocoforza un autodidatta in seguito alle esperienze brutte e belle vissute.
Quindi, da quando sono entrato nel consiglio ho cercato, per quanto possibile, di far vedere ai suoi soci che la Geo Davidson esiste realmente, dando informazioni ai neofiti dal basso della mia esperienza, diffondendo notizie e racconti delle uscite, fotografie, organizzazioni di qualche giro con risultati altalenanti ma in qualche caso appaganti davvero.
Ora, dopo tanto tempo ho finalmente un quadro più concreto di cosa sia il ciclismo amatoriale delle ns. zone e sono un po’ disilluso di quanto ottenibile a livello squadra (ho giocato a pallavolo, sport di squadra, ed ero tratto in inganno dal mio passato dato che senza unione i risultati non arrivano in quell’ambito). Ci troviamo di fronte ad uno sport più simile al tennis, alla scherma, all’atletica, volto insomma all’individualismo con i suoi pro ed i suoi contro.
In conclusione, quello che però è il mio obiettivo, è di far sentire tutti parte della squadra almeno a livello organizzativo, seppur tanti si iscrivano solo per avere la tessera ed assicurazione mi piace pensare che sappiano di essere tutelati e ben voluti dalla squadra tutta, dal presidente in giù.
A volte invece, soprattutto quando gli impegni sono un po’ pesanti, mi piacerebbe fare parte di una squadra come solo atleta senza alcun onere, essere una tessera e basta, iscrivermi in una squadra anche distante da qui e vivere in solitaria il ciclismo, chià quando il contenitore sarà pieno, magari accadrà. - Hai un percorso o una gara preferita? Perché?
Sono ripetitivo… vi lascio immaginare. c’entra la montagna 🙂 - Chi o cosa ti ispira a migliorarti nel ciclismo?
Me stesso. - Che consiglio daresti a chi si avvicina a questo sport?
E’ dura, davvero dura, ma regala quelle poche emozioni inebrianti che, come per le donne partorienti, cancellano tutto il dolore patito per l’obiettivo.
Non si potrebbe spiegare altrimenti perchè torniamo a soffrire nuovamente. Tutto questo vale finché c’è la passione naturalmente.
Curiosità personali:
9. Cosa ascolti per caricarti prima di un’uscita o una gara? (Musica, podcast, ecc.)
Come molti sanno sono un appassionato di musica, qui è facile, se serve caricarsi niente più degli AC/DC a volume sfondamento timpani sortisce effetto, da sempre.
10. Qual è il tuo bar preferito dove prendere la colazione/panino durante i giri?
Domanda difficilissima, è vero che ogni giro ha il “suo” bar… ma le brioche top al momento sono nel Bar La Piazzetta a Casarza, nel Bar vicino ad Olmo a Genova e nel Bar La Piazzetta (dev’essere il nome) a Genova Nervi.
11. Se potessi pedalare ovunque nel mondo, dove andresti?
Urca, ce ne sarebbero tanti di posti, mi mancano tutte le montagne francesi di cui sento parlare tanto bene (seppur non mi stiano tanto simpatici gli indigeni), l’Olanda mi ispira (per la pianura), e mi piacerebbe provare ad andare come fanno in tanti d’inverno nelle isole spagnole tipo Gran Canaria o Tenerife ma credo che rimarrà solo un sogno.
Chiudiamo con un messaggio motivazionale:
- Qual è il tuo motto o frase che ti ispira nel ciclismo (o nella vita)?
Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.