Dico la verità, ero indeciso se scrivere o non scrivere questo resoconto del giro di gruppo. Onestamente non me la sentivo, ma visto che alcuni dei partecipanti mi hanno chiesto di farlo, lo faccio, l’avete voluto voi 🙂
Appuntamento alle ore 9 dai cavallini, il sole fa capolino finalmente dopo un sabato davvero triste e piovoso, la giornata sembra sorriderci, sembra…
All’appuntamento troviamo diversi ciclisti della Geo Davidson, Marco G., Bianca, Denis M., Emanuele B, Pietro S. ed altri degli Amici del Tigullio, Beppe C., Roberto S. Fabio Z. Mario L., Piero C., Filippo I. Marco S. Angelo L., Fabrizio P. ed il “solitario” Massimo B.
Appena arrivati due chiacchiere e si parte direzione Chiavari, purtroppo non sapevamo che Mimmo e Marco O. stavano arrivando all’appuntamento, purtroppo non avevano segnalato la loro presenza nel…
gruppo whatsapp, sarà il primo dei “disguidi” giornalieri.
Intanto il cielo inizia a nascondere il sole e l’umidità la fa da padrona, anche su alcuni tratti di strada, ci sarà da stare attenti.
Mentre siamo su per Le Grazie, arriva la telefonata di Mimmo che avvisa del suo arrivo insieme a Marco, rallentiamo un pelo il passo (non che potessi andare molto più veloce io) mentre i gruppeti si sgranano.
Siamo un discreto numero e le vetture si spazientiscono a tratti utilizzando i loro simpatici clacson per “salutarci” con passione, inutile dire che tentavamo di stare in fila ma, una file di 14-16 ciclisti diventa difficile da superare se non vi sono tratti rettilinei lunghi, facevamo anche loro i segnali ma non serviva a molto.
Finalmente arriviamo in direzione Fontanabuona e dopo un tratto a velocità abbastanza sostenuta, siamo costretti ad andare a frenare un po’ il ritmo, altrimenti il povero Mimmo non sarebbe mai rientrato. Siamo costretti anche ad uno stop forzato in quanto sembra che a qualcuno sia sfuggita una ruota con rischio caduta, ma niente di grave per fortuna. Mimmo intanto ci raggiunge e si accoda finalmente, nonostante dichiari i postumi di un’influenza, sembra andare piuttosto bene (i soliti ciclisti bugiardi). Purtroppo però non è con lui Marco O. che, vistosi lasciato indietro, opterà per un giro in solitaria. (Peccato mi dispiace, chiariremo il giorno dopo in whatsapp che si è trattato di mancanza di comunicazione).
I gruppetti si sfilacciano un po’ in base alle diverse velocità, la meta comune per il momento è Tribogna, ridente paesino sulle alture di Ferrada. Prima però c’è uno stop alla svolta che da Ferrada ci indirizza verso il Passo della Spinarola (580 m.s.l.m.) per una pausa caffè un po’ “indecisa”, nel senso che alcuni si indirizzano verso il Bar, altri fanno melina e si entra in standby (classico quando si esce in gruppo NON organizzato). C’è chi dichiara con savoir faire di classe “non prendiamolo lì che fa schifo” 😀 e ci spostiamo allora verso un altro bar nelle vicinanze il quale è…. naturalmente chiuso! (I segnali oggi non mancano, niente da dire).
Alcuni, fra cui me che ero pure entrato nel primo bar a riempire la borraccia senza prendere nulla, tornano alla meta originale e si rifocillano con caffè e brioche alla crema (ok questa solo io, ma che debbo farci se temo i cali di zuccheri quando pedalo).
Si riparte verso il Passo e, lungo la strada, giunti a Tribogna, la maggior parte decide di optare per il giro da Colle Caprile e rimaniamo in pochi a puntare per la meta prefissata del passo, appuntamento comune al bar di Uscio.
Una volta scalata, non senza fatica, la montagna, scendiamo in direzione Uscio, troviamo vicini al bar Marco e Pietro che però non hanno notizie degli altri. Nel frattempo prendiamo qualcosa e, visto che non arrivava nessuno, decidiamo di andar loro incontro, la cosa puzza.
Ed infatti l’ennesimo segnale non tarda ad arrivare, una volta ricongiunti con gli altri scopriamo che Massimo si è purtropo agganciato durante la salita con Fabrizio ed ha visto rompersi due raggi della ruota anteriore.
La cosa si fa complessa anche perchè ora bisogna discendere verso Recco, proviamo a scendere un tratto ma la ruota si deforma sempre di più fino a scoppiare a causa dello sfregamento sul telaio, neppur Mimmo riesce nell’impresa di rattoppare la situazione ma, ecco che dal cilindro esce una soluzione da serial televisivo. Gli Amici del Tigullio chiamano il grande Pierluigi che, appena rientrato da un suo giro, prende l’auto e ci raggiunge sulle alture sopra Avegno, dove risiede. Reca con sè una sua ruota che gentilmente fornisce a Massimo il quale può rientrare in sicurezza a casa, e porta via la ruota danneggiata, altro che “ammiraglia”, sono troppo avanti gli Amici.
A quel punto, una volta scesi a buon ritmo verso Recco prendiamo poi la Ruta per risalire e, giunti alla svolta per S. Rocco, S. Martino etc., il gruppo si disgrega definitivamente con il rientro verso le rispettive mete che i ciclisti affrontano con diverse direzioni.
A giochi fatti, a parte il danno economico di Massimo, del quale siamo dispiaciuti, le cose sono andate abbastanza bene viste le premesse della giornata, certo è che in futuro dovremo cercare di organizzare eventuali uscite di gruppo, con maggiore attenzione alle tappe e percorsi.
Sarà importante anche far sapere per tempo su whatsapp chi intenderà partecipare alle uscita in modo da non lasciare al palo compagni di avventura, una volta partiti, bastano anche solo 5 minuti di differenza che diventano impegnativi da recuperare per tanti.
Alla prossima ed… incrociamo le dita!