Il nostro Denis Milani, grimpeur d’eccezione, ha potuto realizzare uno dei suoi sogni andando a percorrere le stesse strade che nel 1999 hanno portato nella leggenda Marco Pantani con la clamorosa rimonta al Giro d’Italia.
Da appassionati del ciclismo quali siamo, non potevamo non farci raccontare da lui com’è andata quest’avventura, ecco il suo racconto:
“Era da tanto tempo che pensavo di voler andare ad Oropa in bici. Da quando su YouTube vidi l’impresa di Marco Pantani in cui, dopo aver bucato o meglio aver avuto un guasto meccanico ( così disse Cassani in telecronaca da tv di stato), riprese il gruppo e andò a vincere compiendo una delle azioni più belle che gli appassionati ancora oggi possano ricordare.
E’ vedendo quell’azione che dentro di me prese la voglia di scalare quel Monte e approdare ad Oropa a braccia basse come il pirata. Non è stato difficile decidere, in fondo non…
…è stata ne più e né meno di tante tappe che affronto con voi amici, anzi l’altimetria è stata poco più che 1700 metri in 119 km.
Dunque niente di che…però l’ho affrontata a testa bassa cercando di non andare a passeggio ma di gestirmi cercando di tenere una media alta. Difatti a fine scalata la media é rimasta di quasi 26 km/h. Ma a parte questi dettagli da strava il mio pensiero é stato… (qualche tempo fa) io devo andare là e così ho fatto.
La bellezza di attraversare le colline tra i vigneti, la paura di veder sfrecciare bestioni a pochi metri in quei rettilinei (ragazzi ringraziamo per le strade che abbiamo). E poi sentire vibrare le braccia sul pavé di Biella provando ad immaginare i prof. nelle gare del nord.
Per ultimo entrare nella piazza davanti al santuario d’Oropa ed ammirare le montagne alle sue spalle, un emozione unica.
La bellezza di attraversare le colline tra i vigneti, la paura di veder sfrecciare bestioni a pochi metri in quei rettilinei (ragazzi ringraziamo per le strade che abbiamo). E poi sentire vibrare le braccia sul pavé di Biella provando ad immaginare i prof. nelle gare del nord.
Per ultimo entrare nella piazza davanti al santuario d’Oropa ed ammirare le montagne alle sue spalle, un emozione unica.
Ciò che ha reso possibile affrontare questa tappa è stato il fatto di aver avuto un’ammiraglia al seguito, nel senso che data la distanza avevo bisogno di un passaggio per il ritorno e così, per la prima volta, mio padre mi ha accompagnato seguendomi in auto ma per carità (non avendo grandi familiarità nel campo della bici) non mi ha tirato un metro. Pero è stato bello abbracciarci a fine tappa e sentirlo commentare che non si aspettava di vedermi così.
Forse questa è stata la cosa più bella e forse in cuor mio già aspettavo la stessa scena.
Questo è tutto …questa tappa l’ho affrontata per omaggiare un campione che ho nel cuore.”
Dopo aver letto il suo racconto possiamo addentraci nei dati tecnici del giro.
E per concludere in bellezza il bel video realizzato da Denis della sua impresa